Z A G R A
AL CREPUSCOLO
Sto bene.
La luce si è abbassata sull'orizzonte.
Taglia nuvole cupe
e inonda d'ambra
le gocce sulla mia finestra.
Lasciate lì, in ordine sparso, dal temporale.
Sto bene.
Dai vetri socchiusi a filtrare l'odore del sale
posso sentire persone e gabbiani.
S'incrociano nomi, parole, risate.
Dipingono così il tardo pomeriggio
di una fine di agosto ancora distante.
Sto bene.
Del resto ho sempre più amato
il tramonto del sorgere.
È un cerchio a chiudere,
è una cosa conclusa.
Nulla rimane in sospeso.
Sto bene.
Ma, inaspettato, un sussulto. Lieve.
Mi volto indietro un'ultima volta,
rimpianti non ne scorgo.
Domande alle quali non ho mai trovato risposta sì. Qualcuna.
Sto bene,
ma si fa tardi.
Una piccola piega proprio lì,
all'angolo della mia bocca,
disegna un sorriso.
A occidente,
un sole rosso s'inabissa in un mare materno.
Ed io con lui.